:: Cineforum su Blade Runner ::
Materiale
- http://www.blade-runner.it/p-curios.html
- http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm
- http://www.intercom.publinet.it/BR2.htm
- http://www.paolomarzola.com/blog/archives/881
- http://www.intercom.publinet.it/unicorno.htm
- http://www.terrediconfine.eu/archivio/004/bladerunner.zip
- http://www.albertodifelice.com/blog/articles/232
- http://www.everyeye.it/cinema/articolo.asp?id=7263
- http://www.intercom.publinet.it/Sogliesp.htm
Elenco Curiosità
- Le armi classe "Black Hole":
"Quello che ho voluto soprattutto evitare nelle armi usate in Blade Runner fu un'indicazione di una comune pistola laser" disse Scott. "Fummo tutti d'accordo che un raggio di luce che esce da una canna era un orribile cliché ormai, e ci sentimmo depressi per questo. Poi improvvisamente David Dryer balzò in piedi con l'idea che le nostre pistole dovevano liberare con un'enorme intensità, un raggio di materiale particellare che implode al contatto del bersaglio, e che attira a se la luce che trova sul percorso diventando un raggio nero invece che un raggio di luce. E qualsiasi parte del corpo colpisca, genera un'implosione. Questo genera un decesso "elegante" senza troppo sangue e violenza."
"Pensai che fu un'idea interessante" concluse Scott. "Un raggio nero sarebbe stato il drammatico opposto di un banale raggio laser. Così più tardi tentammo di animare questo effetto e chiamammo le nostre armi "armi black hole".
Nel film potete vedere questo raggio anti-materia soltanto per una frazione di secondo, nello spazio di 4 frames. Questo effetto fu usato solo una volta nel film, anche se Leon sparò due volte in realtà, ma solo il primo dei due colpi venne animato con il raggio anti-materia, questo a causa della continua minaccia di sforare dal budget previsto per la produzione.
Non è possibile osservare l'effetto durante la normale visione del film a meno che non si analizzino attentamente i 4 fotogrammi del primo sparo di Leon, uno dopo l'altro usando il fermo immagine. (da http://www.blade-runner.it/p-curios.html) - Il Replicante Scomparso:
Bryant dice a Deckard che c'erano sei replicanti, tre uomini, tre donne; dice anche che uno di loro è rimasto folgorato mentre cercava di entrare nel complesso della Tyrell, ma non ne specifica il sesso. Questo lascia fuori un replicante, o maschio o femmina. E' stato ipotizzato che Deckard fosse il sesto replicante, ma ci sono prove evidenti che negano questa ipotesi.
In una delle versioni iniziali del copione Mary era il quinto replicante, e Hodge il sesto. Nella Workprint l'errore venne corretto e fu registrato che "due sono rimasti folgorati" ma poi nella versione ufficiale si pasticciò nuovamente. (da http://www.blade-runner.it/p-curios.html) - Blade Runner e Alien:
Quando Gaff preleva Deckard, la sequenza di lancio sul computer è la stessa usata da Scott in "Alien", quando il modulo di salvataggio si stacca dalla nave madre. Anche il display in bianco e nero della macchina per il test Voight Kampff è stato usato in Alien come display da muro. Quando Deckard entra nel suo appartamento, alla fine, il mormorio in sottofondo è esattamente lo stesso di alcune parti del film "Alien". Le sigarette fumate in BR sono dello stesso color giallo di quelle che si vedono in "Alien". Da notare che tanto "Alien" quanto BR contengono "persone artificiali" e che in entrambi i film c'è ambiguità su chi sia davvero umano. La differenza è che Ash è un robot con strutture meccaniche all'interno. (da http://www.blade-runner.it/p-curios.html) - Blade Runner ha avuto ben sei versioni, approfondite in questa pagina: http://www.blade-runner.it/index.asp?page=/versioni.html
- Il letto di Tyrell e' praticamente identico a quello di Giovanni Paolo Secondo. (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
- Le tre domande che Deckard pronuncia dopo la morte di Roy sono il titolo di un quadro di Gaugin. (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
- Le parole di Roy al progettista di occhi orientale parafrasano alcuni versi di W. Blake contenuti nell'opera "America: a prophecy". (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
- La voce fuori campo presente nella versione finale del film inizialmente non c'era: fu imposta dalla produzione per rendere il personaggio di Deckard e l'intera pellicola piu' comprensibili al pubblico. Scott trovo' che il commento danneggiasse l'opera, ma dovette inserirlo comunque. Gli stessi attori, Ford in particolare, non approvavano la decisione, tanto che sembra che Ford leggesse distrattamente il testo fuori campo nella speranza che fosse eliminato. Nel 1992 e' uscita una versione del film priva della voce in questione con il titolo "Blade Runner-the director's cut". (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
- Il motto della Tyrell "more human than human" diventera' il titolo di una famosa canzone dei White Zombie. (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
- Il famoso (e bellissimo) monologo in punto di morte di Roy Batty in Blade Runner non era nella sceneggiatura. Lo scrisse l’attore Rutger Hauer, che lo propose a Scott poco prima di girare la scena, che era anche l’ultima della lavorazione. Ridley Scott ammise di averglielo lasciato recitare “per evitare discussioni”. (da http://www.paolomarzola.com/blog/archives/881)
- Blade Runner non piacque alla critica e fu un flop al box office: anno dopo anno, però, la sua popolarità crebbe, divenne un cult e la produzione si rifece abbondantemente dell’investimento. (da http://www.paolomarzola.com/blog/archives/881)
- Per il personaggio di Deckard, Fancher si ispirò a Robert Mitchum. Prima che il ruolo andasse a Harrison Ford, si pensò di affidare la parte a Dustin Hoffman, ma l’idea di scritturare Hoffman fu scartata dopo alcuni mesi perché non aveva il fisico per impersonare il tipico poliziotto eroico e perché aveva una visione di Deckard completamente diversa dal regista. (da http://www.paolomarzola.com/blog/archives/881)
- Sean Young e Daryl Hannah vennero scelte dopo dei provini filmati in cui venivano interpretate delle scene preparate per il film. In alcune di queste il ruolo di Deckard venne interpretato da Morgan Paull, che ottenne in seguito la parte di Holden. Joanna Cassidy fu scelta per il ruolo di Zhora anche perché riusciva a sentirsi a suo agio con un serpente intorno al collo. Infatti il pitone birmano che si vede nella scena all’interno del camerino era il suo animale domestico. Per il personaggio di Mary, la quinta replicante, venne scelta Stacey Nelkin. Tuttavia, a causa di un lungo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood, le scene in cui doveva comparire Mary non furono sviluppate e si decise di eliminare il personaggio (da http://www.paolomarzola.com/blog/archives/881)
- Inizialmente Tyrell doveva essere un replicante. Il vero creatore dei Nexus 6 era morto 4 anni prima e giaceva all’interno di una teca di vetro al piano superiore rispetto all’ufficio. Roy Batty, una volta cavati gli occhi a Tyrell, scopriva la verità e con l’ascensore si recava al piano superiore sulla tomba del padre. Questa scena non venne mai girata. (da http://www.paolomarzola.com/blog/archives/881)
- Blade Runner è uno degli ultimi film di fantascienza che non utilizza effetti speciali creati al computer. La scena iniziale, in cui si vede una panoramica della città, è in realtà la ripresa di un modellino a prospettiva forzata profondo solo 4,5 metri e formato da sagome di palazzi riprodotti in serie. Le esplosioni di gas sono vere: vennero registrate e poi proiettate sul modellino una alla volta, cosicché la scena iniziale è in realtà la sovrapposizione di moltissime riprese. (da http://www.paolomarzola.com/blog/archives/881)
- Seguendo i suoi indizi, Deckard fa esaminare a un creatore di pesci artificiali la scaglia che ha trovato nella vasca di Leon. Le immagini usate come effetti speciali sono quelle di un germoglio di marijuana. (da http://www.intercom.publinet.it/Sogliesp.htm)
- In BR-DC il numero 23 è citato un gran numero di volte. Alcuni esempi: i replicanti rinnegati hanno ucciso 23 persone sullo shuttle rubato, il vehicle volante del DPLA ha il numero 995 (9 + 9 + 5 = 23), il numero di telefono di Rachael è 555-7583 (7 + 5 + 8 + 3 = 23), il numero di distintivo di Deckard è B26354 ([2] + 2 + 6 + 3 + 5 + 4 = 22), e quello dell’appartamento di J. F. Sebastian è 46751 (4 + 6 + 7 + 5 + 1 = 23). Il numero 23 rappresenta un uomo che intraprende la Grande Opera –il Matrimonio Mistico dei Cabalisti o l’unione con la Mente Divina. Dapprima lascia la sua vita agiata e poi il mondo. Non c’è ritorno per chi ha iniziato a percorrere questo sentiero, che rappresenta chiaramente il viaggio di Deckard e dei replicanti. (da http://www.intercom.publinet.it/Sogliesp.htm)
Significati
- Il significato dell'unicorno:
La fine del film venne modificata dallo studio. Scott voleva concludere il film con la scena di Rachel e Deckard che entrano in ascensore, ma lo studio decise che il film necessitava di un finale più "felice", meno ambiguo. Le panoramiche aeree usate nella versione cinematografica del 1982 furono riprese dal film di Stanley Kubrik "The Shining" (nel quale, per pura coincidenza, recitava Joe Turkel, il Tyrrel di BR).
Nel settembre del 1992 la Warner Bros. ha prodotto e commercializzato la versione "integrale" di Blade Runner, chiamata "The director's cut", dalla quale sono stati eliminati sia la voce narrante fuori campo che il lieto fine, ma nella quale c'è in più una scena in cui Deckard sogna un unicorno. L'aggiunta di questo elemento, apparentemente insignificante, in realtà apporta un grosso cambiamento al film. Infatti, quando Rachel e Deckard lasciano l'appartamento di Deckard alla fine del film, lei urta contro un origami a forma di unicorno. L'unicorno è l'ultima di una serie di figure origami che Gaff usa per provocare o prendere in giro Deckard. Nell'ufficio di Bryant, quando Deckard insiste nel dire che lui si è ritirato, Gaff costruisce una gallina: "Hai paura di farlo". Più avanti costruisce un uomo con un'erezione: "sei attratto da lei". E, alla fine, l'unicorno per far capire a Deckard che aveva deciso di lasciarla vivere. Però collegando questo elemento al sogno dell'unicorno, si potrebbe dedurre che Gaff conosce i sogni di Deckard, come lui conosceva quelli di Rachel, quindi anche Deckard è un Replicante. Nella versione normale invece, Deckard non può essere un replicante dal momento che non compare il sogno che lo collega all'origami. Un'altra interpretazione per l'unicorno è che Gaff voglia lanciare una sfida e catturarli insieme. (da http://www.blade-runner.it/) - Unicorno 2:
L'unicorno potrebbe avere altri significati- Rachael è, e sempre sarà, un replicante tra gli umani, e sarà diversa, come un unicorno tra i cavalli, a causa della sua data di termine (nel finale aggiunto, Deckard dice che lei non ha una data di termine)
- Rachael fuggendo e passando sopra all'unicorno simboleggia la sua fuga dalla Tyrell Corporation, che la considerava soltanto come una replicante. Deckard si innamora di lei come persona umana e, di conseguenza, diventa umana
- Rebecca Warner in Retrofitting Bladerunner, propone questa interpretazione: L'unicorno… è una cosa costruita, un pezzo di fattura umana, bella e fragile e scintillante, eppure sentita come uno spreco, gettata e pestata e distrutta con facilità. Comunque è a forma di animale, anche se un animale mitico, e nel futuro di BR le bestie della terra e gli uccelli dell'aria sono tutti estinti, tranne quelli in forma replicante.
Scott: … hai visto la versione [della sceneggiatura] con l'unicorno?
McKenzie: No…
S: penso che l'idea dell'unicorno sia stata una cosa strepitosa.
M: l'implicazione ovvia è che lo stesso Deckard sia un replicante.
S: Certo! Per me è totalmente logico, soprattutto quando stai girando un film noir, puoi andare avanti benissimo con questo tema, e il personaggio centrale potrebbe benissimo essere ciò che sta cercando…
M: hai girato veramente la sequenza nella radura con l'unicorno?
S: Certo. Nel film è stata tagliata e io penso che funzionasse in modo stupendo. Deckard sta seduto e suona il piano piuttosto male perché è ubriaco, e c'è un momento in cui lui diventa assente e parte un po' per la tangente e si va nella scena dell'unicorno che sbuca dalla foresta. Non è una cosa subliminale ma è una scena brevissima. Di nuovo un taglio su Deckard e non c'è nessuna reazione e lui continua con la sua scena. Da qui viene l'idea del personaggio di Gaff con i suoi origami. L'origami dell'unicorno ti dice che Gaff è stato là. Uno dei livelli del film parla di pensieri privati e di ricordi, così com'è che Gaff sa che uno dei pensieri privati di Deckard è stato quello di un unicorno? E' per questo che Deckard scuote la testa a quel modo [fa riferimento a Deckard che annuisce con la testa dopo aver raccolto l'unicorno di carta]
M: ti ha scocciato che non ci fossero più i riferimenti al fatto che Deckard fosse un replicante?
S: l'insinuazione c'è ancora. I francesi l'hanno colta subito. Penso che sia interessante il fatto che lui possa esserlo.
Scott voleva che la scena dell'unicorno fosse nella versione del 1982, ma i produttori bocciarono l'idea perché 'troppo artistica'. (da http://www.intercom.publinet.it/unicorno.htm)
- Il significato degli scacchi:
La partita a scacchi fra Tyrell e J.F. Sebastian riproduce la conclusione di una partita realmente giocata nel 1851 a Londra fra Anderssen e Kieseritzky. Questa partita è considerata una delle più brillanti mai giocate, ed è universalmente conosciuta come "The Immortal Game" (la partita immortale). The immortal game, in notazione scacchistica era così:
1 e4 e5
2 f4 exf4
3 Bc4 Qh4+
4 Kf1 b5
5 Bxb5 Nf6
6 Nf3 Qh6
7 d3 Nh5
8 Nh4 Qg5
9 Nf5 c6
10 Rg1 cxb5
11 g4 Nf6
12 h4 Qg6
13 h5 Qg5
14 Qf3 Ng8
15 Bxf4 Qf6
16 Nc3 Bc5
17 Nd5 Qxb2
18 Bd6 Qxa1+
19 Ke2 Bxg1
20 e5 Na6
21 Nxg7+ Kd8
22 Qf6+ Nf6
23 Be7 Scacco Matto.
Il concetto di immortalità contiene ovvie associazioni nel confronto a distanza fra Tyrell e Roy. La partita a scacchi rappresenta la lotta fra Replicanti e umani: questi considerano i primi come pedine, da rimuovere una per una. I Replicanti (pedoni) cercano di divenire immortali (una regina). Da un altro punto di vista il gioco fra Tyrell e Sebastian rappresenta la caccia, l'inseguimento del Dott. Tyrell da parte di Roy. Tyrell commette un errore fatale nella partita a scacchi ed una altro errore fatale nel provare a ragionare con Roy. Infatti verrà da lui brutalmente ucciso. (da http://www.blade-runner.it/) - Deckard è o non è un replicante? Qui una trattazione con elementi a favore e contro: http://www.blade-runner.it/index.asp?page=/repl.html
- interessanti significati dati dalla cabala ai vari personaggi possono essere trovati qui: http://www.intercom.publinet.it/Sogliesp.htm
Interpretazioni
- Tyrell, proprietario della tyrell Corporation, puo' essere visto come un creatore in senso religioso, dato che i Nexus-6 si possono in pratica considerare vivi: le sue creature hanno, pero', un difetto di fondo: vivono solo 4 anni (se questo sia un limite tecnologico o un'esigenza commerciale non e' del tutto chiaro) ed e' questo che spinge i Nexus a recarsi sulla Terra dal loro "padre": la speranza di un'esistenza piu' lunga. Il negato soddisfacimento di questa richiesta spinge Roy Batty (il capo carismatico dei ribelli) ad uccidere Tyrell (la creatura insorge contro il creatore). Questo aspetto avvicina Tyrell al dottor Frankenstein e Roy alla sua creatura: in entrambi i casi la ribellione nasce dalla consapevolezza della diversita', che nel romanzo di Mary G. Shelley ha una dimensione fisica, mentre adesso si identifica in un handicap temporale, in una longevita' inadeguata alla complessita' dell'organismo. Il tema puo' essere trasferito anche in una dimensione religiosa di stampo cristiano, con l'essere umano (creatura) che chiede spiegazione a Dio (creatore) del perche' di un'esistenza gia' in partenza oscurata dallo spettro di una morte certa. (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
- Roy racchiude in se' sia l'angelo ribelle (Lucifero) sia la figura del redentore: se infatti e' capace di ribellarsi a suo padre fino al punto di ucciderlo, e' anche vero che salva la vita di Deckard e che getta in lui il seme di un approccio nuovo e migliore verso cio' che lo circonda. (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
- La colomba che vola dopo la morte di Roy rappresenta la liberazione di Roy stesso dalla gabbia infelice della propria esistenza. (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
- Roy che si trafigge il palmo della mano con un chiodo suggerisce un parallelo con il Cristo. (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
- J.F. Sebastian soffre della sindrome di Matusalemme, che implica un invecchiamento estremamente precoce della persona; del resto gli androidi hanno solo 4 anni di vita e soffrono, quindi, di un male non troppo dissimile. In questo piu' che in un componente meccanico secondario va cercato il significato della frase di Sebastian: "c'e' qualcosa di me in voi!". (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
- Non c'è una singola inquadratura o battuta del film che non offra uno spunto, una chiave di lettura. Già a partire dalla prima sequenza, in cui il paesaggio cyberpunk di Los Angeles e la piramide della Tyrell Corporation si riflettono in un occhio, il leitmotif della storia diviene manifesto. Attingendo all'iconografia egizia dell'Occhio della Provvidenza (l'occhio che tutto vede, incastonato in un tronco di piramide), dell'occhio del creatore, il primo piano interpretativo del film è posto, e tutto può essere visto come una vivida allegoria dell'importanza della visione nelle umane sorti. Questa è un legame ribadito più volte nel corso del film e l'idea che gli occhi siano effettivamente lo specchio dell'anima viene abbracciata in toto da Ridley Scott. Il test Voight-Kampff, utilizzato per scoprire se un individuo sia o meno un replicante, va a ricercare delle reazioni empatiche, attraverso un esame oculare, il continuo appigliarsi al rapporto memoria/visione fatto dagli umanoidi; la fotografia di Leon, il rifiuto di Rachel di ammettere di essere un prodotto della Tyrell (e come potrebbe esserlo dato che RICORDA di aver visto, di aver vissuto le sue memorie passate), il celebre soliloquio di Roy Batty nel finale del film ("Io ne ho viste cose") evocano l'importanza dell'atto del vedere, dei ricordi e delle emozioni ad esso correlati, nella costituzione/costruzione di un essere umano (da http://www.everyeye.it/cinema/articolo.asp?id=7263)
- Roy Batty assume delle sembianze polimorfe: dapprima è un Lucifero, un ribelle che vuole oltrepassare i limiti imposti da un padre avvertito come ostile e malvagio, ma poi, nel finale, si sacrifica per salvare la vita di Deckard assumendo, quindi, dei contorni cristologici accentuati dall'apparizione della colomba bianca. (da http://www.everyeye.it/cinema/articolo.asp?id=7263)
- Unito ai timori legati all'eccessiva industrializzazione e agli eco/omicidi commessi dall'uomo (la notte regna sovrana nella piovosa Los Angeles del 2019), c'è un altro fattore chiaramente descritto nel film che potrebbe aver contribuito a sancire il (momentaneo) insuccesso commerciale della pellicola: la città degli angeli dipinta da Scott sembra ormai aver ceduto alle influenze estetico/urbanistiche provenienti dal paese del Sol Levante. Questo, nei primi anni ottanta, per il middle class man americano era uno spauracchio ben peggiore della prospettiva del dover avere un giorno a che fare con una mandria di inferociti replicanti e una notte perenne. Il pericolo giallo era alle porte e in anni in cui l'economia americana non reggeva il passo di quella nipponica, che si trovava nella fase di massima espansione, vedere una L.A. che aveva ceduto non tanto all'inquinamento, quanto alla penetrazione d'ideogrammi e ciotole di ramen era un colpo difficile da sopportare (da http://www.everyeye.it/cinema/articolo.asp?id=7263)
- Il parallelismo tra la Caduta dell’Uomo e gli eventi circostanti a Deckard e Rachael non potrebbe essere più evidente. Deckard (Adamo) e Rachael (Eve) mangiano entrambi, imprudentemente, il frutto dall’Albero della Conoscenza (scoprono cioè di essere replicanti) per cui devono lasciare il Giardino dell’Eden (l’esistenza nella Città, nel segno di una benedetta ignoranza). Il simbolismo naturale e l’esegesi che supportano tale interpretazine sono inconfutabili. Cosa abbastanza interessante, pare che in questo "remake" Gaff reciti la parte del serpente (il Diavolo, Lucifero). Fornisce conoscenza sulla loro condizione di replicanti indirettamente a Rachael (trasportando Deckard alla Tyrell Corporation per il test VK) e direttamente a Deckard (tramite l’origami dell’unicorno). Se ricordate, l’esegesi del nome di Gaff stava a significare "colui che illumina" (come per Lucifero, il Portatore di Luce). (da http://www.intercom.publinet.it/Sogliesp.htm)
Differenze col libro
- Uno dei tagli fondamentali che il film opera nei confronti del libro e' relativo al Mercerismo, vera e propria religione che permette, tramite un apparecchio apposito, una sorta di empatia globale tra gli uomini. Il poter far parte di questa "comunione" differenzia gli uomini dai replicanti, tanto che proprio la capacita' empatica e' alla base del test Voigt-Kampff. Del resto il Mercerismo risulta di difficile interpretazione: anche dopo la scoperta della truffa operata da Mercer egli assume comunque un ruolo mistico-rivelatore agli occhi di Deckard, sebbene la rivelazione sia fondamentalmente artificiale. Un'ulteriore omissione riguarda Buster Friendly, l'androide radiotelevisivo che scredita Mercer quasi voglia prendere il suo posto in una sorta di telereligione sponsorizzata. (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
- Nel romanzo D. e' sposato (e non divorziato) con una donna di nome Iran. (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
- Il personaggio di Rachel e' nel libro molto piu' freddo e cinico, non partecipa al finale della vicenda ed e' identico a Pris (fisicamente). (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
- J.F.Sebastian e' nel libro J.R.Isidore e non lavora per Tyrell (nel libro Rosen), ma per una ditta che ripara animali elettrici. (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
- Roy non uccide Rosen nell'opera di Dick e fugge da Marte in nome della propria dignita', senza aspirare ad un prolungamento della propria esistenza. (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
- Gli androidi fuggiti nel libro sono 8. (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
- Nel libro i fatti si svolgono a S.Francisco. (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
- Il palazzo di Sebastian\Isidore puo' essere preso a simbolo dell'universo: e' enorme, silenzioso, caotico, con un'unica luce accesa (la Terra). A proposito di disordine il libro parla del "kipple", insieme di cose inutili che, lasciato a se stesso, si riproduce. (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
- Riflessione finale= i Nexus fuggiti sono 6: 4 intervengono nella trama, uno muore in un incidente (lo dice Bryant). Dov'e' il sesto? E' forse Deckard? (da http://hammer.prohosting.com/~guruatwo/articoli/brunner.htm)
L'ambientazione
- Blade Runner significa letteralmente colui che corre sul filo del rasoio, ma questa definizione assume nel film vari livelli di significato. Indica inizialmente il poliziotto di una squadra speciale, ma poi il filo del rasoio si rivela essere ben altro: una sottile linea di confine che lentamente si disgrega, aprendo il passaggio dall'apparenza alla dimensione, più oscura, di una realtà parallela che preme per venire alla luce.(dal pdf)
- Completamente artificiale è la luce che viene mostrata nel film: che sia l’interno fumoso e azzurrino in cui si svolge la scena iniziale, o il lampeggiare martellante dei neon pubblicitari nello spazio affollato lungo e sopra le strade, in questa città del futuro perforata ovunque da bagliori artificiali, sembra non esistere più nulla che si possa definire “naturale”. Solo ai vertici, nelle “stanze dei bottoni”, è possibile vedere ancora la luce del sole.
- la città è una megalopoli alienante e multietnica che affianca alla sua sviluppata tecnologia un senso di decadente banlieue. La Los Angeles del 2019 si mostra attraverso una rappresentazione verticale dello spazio, con ambienti di pieno e vuoto in netto contrasto tra loro: gli interni volutamente barocchi di immensi edifici in rovina, e gli esterni sovraffollati dal sottosuolo al cielo. Nel fondo, ai piedi dei grattacieli, le strade sono infestate da una caotica e noncurante umanità che parla il city lingo e fa uso di congegni a microchip su bancarelle da mercato medievale. Le aeronavette della polizia solcano l’aria sopra i vicoli e tra le cime di palazzi a mille piani, mentre robo-mostri pubblicitari e cartelloni di geishe-girls lanciano tra la più assoluta indifferenza dei passanti i loro metodici messaggi in un perfetto, rassicurante english. E sopra tutto questo domina la piramide-ziggurat della Tyrell Corporation, la reggia linda e asettica del Potere, dove si crea il business: “More human than human” è il motto della fabbrica di replicanti. Una tecnologia Oltre l’Umano, quindi, oltre qualsiasi confine che l’uomo stesso possa immaginare.
Non siamo ancora in uno scenario completamente post-apocalittico, ma tutto ci avverte che, con un po’ di pazienza, ci arriveremo: si può dire che questo film possiede un collegamento evocativo immediato che mescola il quotidiano con l’alieno, il reale con ciò che in futuro potrà essere il probabilmente possibile.
Differenze tra le due versioni
La Director's Cut è uscita nel 1992, 10 anni dopo la versione cinematografica ed apporta alcune differenze abbastanza indicative:
- sparisce la voce fuori campo
- sparisce l'happy-end hollywoodiano
- viene inserita la scena dell'unicorno
Questione degli occhi
Durante tutto il film si ripetono gli accenni simbolici all'occhio e allo sguardo:
- l'iride azzurra che compare due volte nella prima sequenza
- i primi piani dei protagonisti
- lo stesso test Voigt-Kampff utilizzato per identificare gli androidi attraverso sottili alterazioni della retina
- Chew, il personaggio creatore di occhi
- il modo in cui avviene la cruenta uccisione, da parte di Roy, dell'odiato/amato padre-creatore
- il colore degli occhi, le improvvise sfumature arancione che appaiono a tratti nelle iridi dei replicanti, zoomorfi o antropomorfi che siano
Conclusione
In conclusione, di un’opera cinematografica che ha sempre diviso la critica e l’opinione pubblica dei suoi spettatori per gli interrogativi che suscita, per le scene simboliche che si prestano a più angolature di lettura, per i sentimenti contrastanti suscitati dai suoi protagonisti. E le domande che pone restano senza una risposta definitiva, probabilmente perché la soluzione all’interrogativo "qual è il confine dell’essere umani?" è ancora al di fuori della nostra portata. In ogni caso, è un film che di sicuro va visto almeno tre volte: la prima per goderselo, la seconda per capirlo e la terza per recuperare quello che ci si è perso.