NOVA del 4 gennaio
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NOVA del 4 gennaio

NOVA del 4 gennaio

In questi ultimi anni abbiamo assistito alla nascita di una nuova tecnologia che ha ampliato le possibilità di comunicazione e di accesso alle fonti di informazione fino ad ora sconosciuto. Il processo che stiamo vivendo apre scenari che fino a poco tempo fa erano impensabili e sicuramente i vantaggi che si trarranno da questo nuovo mezzo tecnologico permetteranno all'uomo di sviluppare capacità e potenzialità fino ad ora neanche immaginate. Ma, purtroppo, ogni medaglia ha il suo rovescio; infatti sembra che il rapido sviluppo di questo processo stia producendo dei fenomeni psicopatologici che si esprimono con una sintomatologia simile a quella che osserviamo in soggetti dipendenti da sostanze psicoattive. Un'analisi delle più recenti pubblicazioni internazionali su questo argomento sta evidenziando da varie parti del mondo come l'inadeguato utilizzo della Rete possa indurre in una situazione di dipendenza psicologica con conseguenti danni psichici e funzionali per il soggetto. I.A.D. (Internet Addiction Disorder) indica la sigla psichiatrica con cui si definisce tale patologia.

Questi sono i principali sintomi patognomici che caratterizzano l'IAD:
1. bisogno di trascorrere un tempo sempre maggiore in rete per ottenere soddisfazione;
2. marcata riduzione di interesse per altre attività che non siano Internet;
3. sviluppo, dopo la sospensione o diminuzione dell'uso della rete, di agitazione psicomotoria, ansia, depressione, pensieri ossessivi su cosa accade on-line, classici sintomi astinenziali;
4. necessità di accedere alla rete sempre più frequentemente o per periodi più prolungati rispetto all'intenzione iniziale;
5. impossibilità di interrompere o tenere sotto controllo l'uso di Internet;
6. dispendio di grande quantità di tempo in attività correlate alla rete;
7. continuare a utilizzare Internet nonostante la consapevolezza di problemi fisici, sociali, lavorativi o psicologici recati dalla rete.

Gli elementi in comune da noi analizzati hanno riguardato inizialmente le modificazioni psicologiche che si producono nell'individuo che diviene dipendente dalla rete: perdita delle relazioni interpersonali, modificazioni dell'umore, alterazione del vissuto temporale, cognitività completamente orientata all'utilizzo compulsivo del mezzo; il soggetto tende a sostituire il mondo reale con un oggetto artificioso, quasi una sorta di "feticismo tecnologico", con il quale riesce a costruire un proprio mondo personale e in questo caso virtuale analogo al mondo del tossicodipendente che ha un proprio linguaggio, uno specifico abbigliamento, atteggiamenti e comportamenti diversi e differenti rispetto al mondo reale nel quale è abituato a vivere.

Molte volte i soggetti che utilizzano le rete, oltre a non rendersi conto delle diverse ore già trascorse dinanzi allo schermo, tendono ad alterarsi facilmente con chi disturba il loro "viaggio";esperienza questa che può essere paragonata alla risposta che un alcolista da ad un amico trovandosi ad una festa "soltanto un biccherino",o a quella del fumatore che dice a se stesso "solo un'ultima sigaretta e andrò a dormire; lo stesso procedimento viene messo in atto dagli internet dipendenti che risponderanno irritati a chi gli chiede di disconnettersi "ancora un minuto e spengo", oppure diranno a se stessi razionalizzando "un altro minuto non farà molta differenza" ma poi rimarranno connessi ancor per ore e ore.

Ogni giorno molti utenti rischiano di allontanarsi dai rapporti interpersonali "faccia a faccia", indispensabili per una vita sana e socialmente equilibrata, preferendo relazioni virtuali; queste inevitabilmente portano ad una spersonalizzazione e ad una proiezione del proprio sè in un luogo non fisico che, data la facilità, la velocità e l'ampiezza geografica dei rapporti il soggetto preferisce. L'utente, nascondendo la propria individualità dietro al proprio monitor, si sente più protetto, più sicuro.


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