NOVA del 9 novembre
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NOVA del 9 novembre

NOVA del 9 novembre

I blog appartengono a quella nuova corrente che sta modernizzando Internet, WEB 2.0 in cui migliaia di contenuti vengono facilmente e velocemente condivisi sulla rete da una qualsiasi persona. Blog è un abbreviativo di web log, letteralmente sito che tiene appunti. I blog hanno avuto largo successo prima negli Stati Uniti e ora lo stanno avendo anche da noi.

Un blog è un sito web autogestito dove vengono pubblicate in tempo reale notizie, informazioni, opinioni o storie di ogni genere. I blog rappresentano il valore aggiunto di un sito in quanto semplificano l'operazione dell'aggiunta di contenuto ad un sito web su base mensile, settimanale o addirittura giornaliera. Con pochi click, un webmaster, può aggiungere nuovo contenuto alle proprie pagine, stimolando un visitatore a tornare più spesso. Qualche tempo fa uno tra i tanti sogni nel cassetto degli informatici di professione (e non solo) era quello di divenire blogger (ovvero gestore/creatore di blog) riuscendo a guadagnare il pane per vivere: questo sogno è diventato realtà per i dipendenti di Blogo, che grazie ai finanziamenti fatti da importanti aziende (fra cui Alfa Romeo e Ducati) hanno avviato alcune aziende a fare dei blog il loro punto di forza. Il corporate blogging è il nuovo mistero da sciogliere per gli addetti ai lavori di marketing, comunicazione e web manager. Il principale problema lavorando ad un blog per una piccola e media impresa è probabilmente quello di coinvolgere le persone che la compongono.

Un blog è uno strumento vicino a quelli tradizionali della comunicazione aziendale ma diverso per almeno un aspetto fondamentale. E’ un conversational media. Facilita cioè la conversazione con i propri clienti, partner, tutto l’universo di persone che a vario titolo hanno un “interesse” per quello che l’azienda fa. Sul blog si è paradossalmente più liberi di parlare, sia nella forma che nella sostanza e questo fa letteralmente paura. Si ha paura di comunicare qualche segreto aziendale, di non essere in sintonia con il “brand” aziendale, con tutta quell’insieme di norme e prassi nate in un epoca in cui la comunicazione era “broadcast” e dalla sorgente azienda si propagava ai destinatari. Questo modello di comunicazione però ha un grande difetto. Non comunica “fiducia”. E’ sempre di più percepito, giustamente, come artefatto, finalizzato ad altro scopo che non alla trasparenza e l’informazione.

All’alba del corprate blogging, ancora troppo spesso si usa questo nuovo mezzo di comunicazione con le regole della pubblicità. Il blog, irrimediabilmente non funziona e le PMI lo archiviano come ennesima fregatura.

Un blog è utile a saperlo usare. Basta saper rischiare.

Ad esempio: l’azienda A decide di mettere su il blog, stabilisce una linea editoriale, affida la redazione dei testi ad un signor X, generalmente addetto stampa o copy o qualcosa del genere che prepara un pezzo con tutti i crismi del mestiere, il boss lo approva e ne esce fuori un prodotto simile ad una newsletter. Effetto?. Commenti zero, contatti zero. Cosa c’è di sbagliato?. Il metodo. Se invece la stessa azienda sempre affidando l’incarico al solito addetto stampa o copy o qualcosa del genere, il signor X, che letta una notizia di attualità ci fa su un bel post e, via, lo pubblica senza rendere conto a nessuno. X è una persona di buon senso, si spera, e non scrive insulti o rivela segreti industriali ma dice come la pensa su alcune leggi che influenzano il suo settore e quindi il suo lavoro e quello dell’azienda. B, collega o superiore di A, legge il post e non è d’accordo. Invece di telefonare, e chiedere di ritirare il pezzo per riscriverlo secondo la linea dell’azienda, scrive un bel commento al post esponendo le sue idee e argomentando la sua contrarietà. A quel punto, B se ne accorge e rettifica oppure continua ad argomentare, mentre il collega C decide di dire la sua. Sono tutti addetti ai lavori e la discussione si arricchisce di spunti e link trovati sulla rete. A questo punto interviene E, che non è un collega ma un consumatore, che mette nero su bianco la sua idea alla quale ne X, ne B, ne C avevano pensato. Risultato, il blog è cresciuto nei contenuti, che sono più ricchi ed interessanti per un maggior numero di persone, l’immagine della PMI ne risulta migliorata poiché il blog racconta la competenza delle persone che vi lavorano, la loro passione per il lavoro che fanno, la volontà di migliorarlo, discutendo al suo interno e, allo stesso tempo, trova spunti e idee da parte dei propri clienti, o futuri tali, dal quale possono nascere, idee e prodotti che ne migliorano l’offerta. Il tutto al prezzo di bassi investimenti in tecnologie, con un piccolo sforzo nel cambiare le proprie abitudini comunicative


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