Trend della crescita di internet
Trend della crescita di internet:
Dal sito http://www.gandalf.it/dati/dati1.htm sono emersi i seguenti dati:
La crescita continua, ma è il risultato di molte diverse tendenze. Perciò è difficile definire una linea coerente di sviluppo. Comunque la crescita è veloce. La dimensione complessiva delle attività nell’internet è decuplicata in otto anni – e più che raddoppiata negli ultimi tre anni e mezzo.
Dopo una fase di cedimento fra il 2000 e il 2003, dovuta ai postumi della “sbornia speculativa”, c’è stato, e continua, un vigoroso ritorno della crescita. Rimane, però, il problema (anzi tende ad aggravarsi) di un’alta percentuale di siti che non risultano “attivi”. Da altre fonti risulta che circa il quaranta per cento delle presenze web è rappresentato da siti provvisori, incompleti o privi di contenuti (semplici “occupazioni di posizione”). Fra quelli attivi, due terzi sono siti pubblicamente aperti e accessibili a tutti, mentre un terzo ha qualche (totale o parziale) limitazione di accesso.
Per quanto riguarda l’Italia, è opportuna una certa cautela nella valutazione dei dati di crescita nel 2002-2006. Ma c’è un cambiamento di tendenza, a partire dal 1999-2000, che risulta evidente in questo grafico: un confronto fra l’andamento di crescita del hostcount italiano e quello mondiale dal 1995 al 2006.
Per alcuni anni la crescita dell’internet in Italia ha avuto uno sviluppo analogo alla media mondiale (per l’andamento rispetto all’Europa vedi il documento sui dati europei). Dopo una leggera crescita nel 1997, rimaneva quasi costante la percentuale dell’Italia rispetto al totale (fra 0,8 e 0,9 %). A partire dal secondo semestre del 1999 c’è stato un cambiamento rilevante – e sembra che l’attività continui a crescere più velocemente della media online in Italia. Come già osservato, i dati del 2002-2005 indicavano una crescita così accelerata che è opportuno avere qualche dubbio – ma dalle conferme ripetute in vari periodi risulta che la posizione dell’Italia è significativamente migliorata.
Un “improvviso” cambiamento nel primo semestre del 2007 è un enorme aumento del hostcount in Cina. Su “balzi” così sproporzionati è sempre necessario avere qualche dubbio. Una valutazione più significativa si potrà fare solo nei prossimi anni.
Ci sono altre due “nazioni” (se non si tiene conto dei confini politici) con più di dieci milioni di host internet. C’è un documento che analizza la presenza online dei paesi di lingua spagnola e dell’area etnica cinese.
La comunità di lingua spagnola (di cui il 45 % è in Spagna e il 55 % nell’America Latina) continua ad avere una forte crescita (nel 2005 ha superato i 10 milioni di host internet e nel 2007 è oltre 20 milioni). Ha una presenza importante anche l’area di lingua portoghese: la somma di Brasile e Portogallo (più alcuni altri paesi) si avvicina a 10 milioni di host.
In anni recenti si era rilevato un minore sviluppo nell’area etnica cinese (la cui attività in rete era per il 96 % fuori dalla Cina continentale) ma ora c’è una nuova evoluzione, perché sembra che l’attività in rete stia crescendo anche in Cina.
Per la prima volta nel 2002 la Cina (esclusa Hong Kong) era comparsa fra i paesi con più di 100.000 host internet. C’era stato, in quel periodo, un aumento rilevante rispetto agli anni precedenti, ma con una densità molto bassa rispetto alla popolazione (meno di 0,2 host per mille abitanti). Non si era rilevato uno sviluppo significativo dal 2004 al primo semestre del 2006. Nella seconda metà dell’anno scorso, per la prima volta, i dati segnalavano una forte crescita, con quasi due milioni di host internet in Cina – e ora, improvvisamente, sembrano saliti a più di dieci milioni. È probabile che il numero sia “sovrastimato” – comunque rimane a un livello basso rispetto alla popolazione (8 host per mille abitanti). Continua a esserci in Cina una forte repressione dell’internet insieme a un rigido controllo e a una severa censura su tutti i mezzi di informazione e di comunicazione.
In India si parla da molti anni di un impegno per una più ampia diffusione della rete, ma (nonostante la diffusa conoscenza dell’inglese e l’alto livello di cultura informatica in alcune parti del paese) lo sviluppo era rimasto molto limitato fino al 2004, quando si era verificato un forte aumento del hostcount (e, per la prima volta, l’India aveva superato la Cina).
Una grande parte del mondo è ancora isolata dall’internet. Il Nord America e l’Europa, con il 19 % della popolazione, hanno il 77 % dell’attività in rete.
Uno sguardo al passato
Sembra lontana, ma non è “passato remoto”, la situazione nel 1996 – quando fu pubblicata in un libro la prima stesura di queste analisi. Può essere interessante confrontarla con i dati del 2006. (Un aggiornamento di questa parte si farà nel 2008, quando saranno disponibili i dati di fine anno 2007).
Nel 1996 nessun paese al mondo, all’infuori degli Stati Uniti, aveva un milione di host internet. Il Giappone non aveva ancora raggiunto il hostcount della Gran Bretagna e della Germania. L’Olanda e la Francia non avevano superato il totale, tradizionalmente alto, della Finlandia. L’Italia, che aveva da poco sorpassato la Norvegia, era ancora molto lontana non solo dalla Finlandia, ma anche dalla Svezia.
Nove anni fa l’Italia era al quattordicesimo posto del mondo “in cifra assoluta” e al trentesimo per densità (host per mille abitanti). In Europa era settima per hostcount totale e tredicesima per densità. Da allora la situazione è molto cambiata – anche se, dal punto di vista della densità (anche considerando la valutazione più alta) l’Italia è ancora dodicesima in Europa e quindicesima nel mondo.
Questa tabella mostra i cambiamenti in quelli che nel 1996 erano i primi venti paesi del mondo per attività nell’internet – con un’indicazione del fattore di moltiplicazione nel 2006 rispetto al 1996, al 1998 e al 2000.
Su scala mondiale l’internet è cresciuta di quasi 26 volte in dieci anni, circa 12 negli ultimi otto anni ed è raddoppiata negli ultimi tre. Anche nei paesi relativamente meno veloci c’è una crescita elevata. In alcuni, fra cui l’Italia, il cambiamento è stato molto più forte.
Gli Stati Uniti, che nel 1996 avevano il 60 % del totale mondiale, erano saliti fino al 66 % nel 2000, ma da allora la quota è in diminuzione, benché sia ancora più di metà del mondo (53 % nel 2006).
Fra i paesi non citati in questa tabella è rilevante la crescita di Taiwan, che fino al 2004 era stata fra le più veloci del mondo – e del Messico, che nel 2006 ha superato i sei milioni di host internet. La Polonia ha avuto un’evoluzione superiore, in proporzione, a quella del Brasile – e negli ultimi cinque anni è il paese con il più veloce sviluppo in Europa.
È interessante notare che anche paesi che già nel 1996 avevano un’attività in rete molto elevata, come la Finlandia, la Svezia, la Norvegia e l’Australia, continuano a crescere con notevole velocità.
Non è mai ragionevole tentare profezie. Ma sembra molto probabile che l’internet continui a crescere nei prossimi anni e che il quadro continui a cambiare – con sviluppi, almeno in parte, imprevisti e imprevedibili.
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