Logo e Marchio
I termini Merchio e Logo si interscambiano spesso nel linguaggio quotidiano, ma nella progettazione comunicativa è meglio sapere che:
- il logo è la parola che sta per il nome del prodotto, progettata nei minimi dettagli di lettering per essere riconoscibile.
- il marchio è il "disegnino" che caratterizza una marca, ad es. la conchiglietta della Shell
- marchio e logo sono concetti diversi anche se possono coincidere (es. quello della Coca cola)
- il branding è la politica commerciale e promozionale che si basa sull'incessante bombardamento comunicativo con il logo e/o marchio.
Spesso coincide con la strategia per cui una grande impresa multinazionale rinuncia a produrre beni e si limita a mettere la propria etichetta su manufatti di case produttrici esterne
(es. la Nike non produce prodotti, ma solo etichette e pubblicità; un paio di scarpe Nike da 100 euro costa soli 1 € di mano d'opera e 4 € di materiali; il restante 95% è tutto intermediazione, marketing e profitti).
- il movimento dei no-logo combatte non il concetto di logo, ma la politica di branding di varie multinazionali.
- il "Marchio Registrato" registra come marchio anche il logo e designa l'azienda titolare che lo ha registrato all'"Ufficio Nazionale Brevetti e Marchi" di Roma.
Questo mi impedisce ad esempio di vendere dei tricicli col marchio "Ferrari", che è, appunto, registrato. Un marchio registrato è identificato dal carattere ®
- l' Immagine Coordinata di un'azienda è la progettazione rigorosa di tutto ciò che fa immagine, ad es. il colore dei furgoncini, la cravatta dell'uscere, i bigliettini di natale... Tutto è progettato rigorosamente e nulla viene lasciato al caso, altrimenti l'azienda "venderebbe un'immagine" sciatta, arrangiaticcia, poco competitiva e scarsamente affidabile.
Marchio, logo, lettering e colori aziendali ne sono gli elementi principali.
Concetti di base
Massima sobrietà, massima riconoscibilità. Deve resistere al rumore (ad es. la fotocopia della fotocopia mandata per fax e rifotocopiata deve avere il logo perfettamente riconoscibile). Deve essere riconoscibile in piccolo.
Corrispondenza psicologica alla personalità aziendale (ad es. un asilo nido non può avere un logo tutto a spigoli, un'investigatore privato non può rappresentarsi con una margheritina, un ristorante tradizionale non dovrebbe avere un logo pop, ecc.
LA CURIOSITA'...
Un'azienda per scegliere il logo adatto lo stampa sulla facciata laterale di un autobus: se il logo scelto è visibile e riconoscibile alla distanza di 4 metri il logo è perfetto!!
Gli errori più gravi
Marchi pieni, barocchi, ricchi di dettaglini, che si riconoscono solo se visti a colori...
Marchi affrettati, fatti di corsa o in economia, sono rischiosi perchè l'azienda se li porterà dietro per anni... scoprirà, poi, che cambiare marchio è molto costoso in termini di immagine, perchè in un certo senso torni ad essere sconosciuto
Raccomandazione per gli incerti
Si presume che comincerete con clienti piccoli (bar, negozi, piccole imprese...). Massima semplicità, ascolto del cliente, eventuale citazione di qualcosa che rievoca il marchio precedente. E' vivamente auspicata la collaborazione con qualche grafico che capisca qualcosa di comunicazione aziendale.
Se il cliente ha un marchio che è una schifezza (succede anche troppo spesso) fategli notare la coordinazione d'immagine di qualche concorrente più avveduto, ma attenti perchè il marchio rappresenta l'identità, ci si affeziona e si diventa permalosi.
Cosa fare per farsi l'occhio
Fate caso alle immagini coordinate delle grandi imprese, alla cura che usano per tutti i dettagli; accorgetevi della relazione tra immagine che voi avete di quell'azienda e l' identità designata da tutti quei piccoli particolari.
Per studiare un logo, fate schizzi a mano con pennarelli grossi in piccole porzioni di pagina.
uni
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