:: PC - Cortemaggiore ::
Destinazione
Cortemaggiore, in provincia di Piacenza, è un paese di circa 5000 abitanti in cui fu trovato il petrolio negli anni 50. Un'intera via è stata costruita grazie a questo ritrovamento e ha permesso di ampliare il paese.
Tragitto
Itinerario di Google Maps.
Un po' di storia
Questo ridente paesino è veramente largo. E quando dico largo intendo che le strade oltre ad essere larghe sui lati consentono di parcheggiare comodamente senza intralciare il traffico e tutta la via principale è porticata. La piazza è enorme e le varie chiese del paese sono imponenti. Pare che la sruttura del paese sia stata voluta in questo modo per "dare aria" ai palazzi in modo che non fossero troppo soffocati, ma devo dire che dà quasi la sensazione di essere in mezzo al deserto e non riuscire a riempire tutto quello spazio vuoto.
Le chiese minori non erano aperte, ma la facciata della chiesa di S. Lorenzo la voglio come interno di casa mia: è tutta rosa a righe!
La chiesa principale, la Basilica di Santa Maria delle Grazie conserva al suo interno un polittico di Filippo Mazzola (padre del Parmigianino) costituito da dodici tavole di corteccia di pioppo, riassemblato dopo che era stato diviso e disperso, ma di cui mancano comunque alcuni pezzi. Il primo altare laterale sinistro contiene il fonte battesimale e un mosaico del Gesù battezzato con lastrine dorate. Veramente stupendo l'affresco e i quadri dell'ultimo altare sulla sinistra: una cascata di drappo rosso circondato dai putti che fanno da sfondo a un quadro con la Vergine; sulla sinistra un quadro raffigurante la Vergine che ascende al cielo; sulla destra il Cristo trionfante sulla morte.
L'altare parallelo a questo perde un pò perchè meno elaborato, ma altrettanto bello e vasto.
Nella volta dell'altare maggiore un affresco che rappresenta il regno dei cieli, ma non di un brillante azzurro, bensì color avorio.
Non ho mai visto così tanto spazio fra l'altare e i banchi, nemmeno nel Duomo di Crema.
Gli archi delle colonne, dipinti a motivi geometrici, ricordavano il periodo bizantino.
La chiesa dell'Annunziata o "chiesa dei frati" dedica i suoi altari sinistri ai santi famosi per i frati, tra cui San Francesco che ha colpito Dario per il fatto che il dipinto sembrava costruito su due piani diversi: San Francesco era come se fosse una statua retta su un piedistallo e il paesaggio dietro sembrava messo lì per caso, quasi a sottolineare il distacco della sua santità, nonostante sia perfettamente integrato in esso.
Sul lato destro un altare dedicato a Sant'Antonio che dimostra che l'avaro non ha il cuore (rappresentato con il petto squarciato) e parla ai pesci...umanoidi...facevano un pò impressione...
Ciò che ha colpito me e che non aveva niente a che fare con il resto dell'edificio, anzi è stato messo apposta di recente, è un quadro con intorno le luci di natale. Rappresentava la vergine con il bambino che regge il pane. Madre e figlio si guardano come se non esistesse nient'altro al mondo di più bello. E in effetti nella finestra alle spalle si possono vedere molti dei simboli del nostro tempo: guerra, violenza, traffico, scienza e tecnologia e al centro di essi il Cristo in croce, dimenticato da tutti. Il contrasto tra le due scene è reso maggiore dai colori: il blu domina il primo piano e porta calma e serenità, mentre i colori caldi, come il giallo e il rosso, il secondo indicando il rumore della devastazione. Ma in quel momento esistono solo loro due: il passato e il futuro si fondono in quell'unico istante. Non importa cosa potrà succedere, se ci si ricorda di quell'istantanea. Sarà l'immagine che la madre si porterà nel cuore tutta la vita, il contatto con il miracolo, la promessa che finché ci sarà vita il mondo avrà una sempre una speranza.
Al centro della facciata il rosone faceva filtrare timidamente la luce del tramonto imminente creando un'atmosfera ovattata.
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