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Francesco Dellamorte ("Un nome buffo. Ho anche pensato di farmelo cambiare: Andrea Dellamorte sarebbe molto meglio") fa il custode del cimitero di Buffalora. Di notte deve accoppare i ritornanti, che si alzano dalle tombe, ma forse i vivi sono ben più strani dei morti! Lo accompagna Gnaghi, un omone un po' ritardato che sa dire solo "Gna" da cui il nome.

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Francesco Dellamorte ("Un nome buffo. Ho anche pensato di farmelo cambiare: Andrea Dellamorte sarebbe molto meglio") fa il custode del cimitero di Buffalora. Di notte deve accoppare i ritornanti, che si alzano dalle tombe, ma forse i vivi sono ben più strani dei morti! Lo accompagna Gnaghi, un omone un po' ritardato che sa dire solo "Gna", da cui il nome.

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La storia segue molto da vicino l'omonimo libro di Tiziano Sclavi da cui è stato tratto, e in effetti a volte sembra di trovarsi in un fumetto di Dylan Dog: chi ne ha letti sa che cosa intendo:) Lo strano legame tra la morte e l'amore, a partire dal nome del protagonista, produce risvolti interessanti e strani, a volte grotteschi, a volte romantici. Il finale poi è sublime!

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La storia segue molto da vicino l'omonimo libro di Tiziano Sclavi da cui è stato tratto, e in effetti a volte sembra di trovarsi in un fumetto di Dylan Dog: chi ne ha letti sa che cosa intendo:) L'ineffabile e sclaviano legame tra la morte e l'amore, a partire dal nome del protagonista, produce risvolti interessanti e strani, a volte grotteschi, a volte romantici. Il finale poi è sublime!

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(:title Dellamorte Dellamore:)

 :: Dellamorte Dellamore ::

(:table width=45% border=0 cellpadding=5 cellspacing=0 align=center:) (:cellnr bgcolor=#d9e4f2 colspan=2 align=center:) Dellamorte Dellamore (:cellnr:) Regia: (:cell:) Michele Soavi (:cellnr bgcolor=#f5f9fc valign=middle:) Anno: (:cell bgcolor=#f5f9fc valign=middle:) 1993 (:cellnr valign=middle:) Con: (:cell valign=middle:) Rupert Everett, Anna Falchi (:tableend:)

Trama

Francesco Dellamorte ("Un nome buffo. Ho anche pensato di farmelo cambiare: Andrea Dellamorte sarebbe molto meglio") fa il custode del cimitero di Buffalora. Di notte deve accoppare i ritornanti, che si alzano dalle tombe, ma forse i vivi sono ben più strani dei morti! Lo accompagna Gnaghi, un omone un po' ritardato che sa dire solo "Gna" da cui il nome.

Recensione

by Dario

Eh signori miei, è un altro filmone di culto! È il secondo film di Soavi che vedo (l'altro è La Chiesa) e pronti! eccomi qui a consigliarvelo!:)
Rupert Everett è strepitoso: non l'ho mai visto in nessun altro film, ma qui è veramente eccelso. Il suo personaggio è un po' cinico, un po' ironico, un po' ingenuo, e lui è tutte queste cose. Di Anna Falchi non ricordo niente se non le sue tette gigantesche. Chissà come sono al cinema.
Le scenografie sono visionarie. Il cimitero è un "vero" cimitero, di quelli con la nebbia e la luna tra le piante:) Nel paese di Buffalora potremmo riconoscere un qualsiasi paese delle nostre parti. La colonna sonora, seppure non mirabolante, è buona ed adatta al film.
La regia di Soavi è un po' particolare, non me ne intendo molto ma come ne La Chiesa l'impatto visivo è notevole, e contribuisce bene alla storia.

La storia segue molto da vicino l'omonimo libro di Tiziano Sclavi da cui è stato tratto, e in effetti a volte sembra di trovarsi in un fumetto di Dylan Dog: chi ne ha letti sa che cosa intendo:) Lo strano legame tra la morte e l'amore, a partire dal nome del protagonista, produce risvolti interessanti e strani, a volte grotteschi, a volte romantici. Il finale poi è sublime!

Voto: 4/5


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