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L'enigma del solitario
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L'enigma del solitario

 :: L'enigma del solitario ::
Scheda
Autore: Jostein Gaarder
Anno pubblicazione: 1990 (prima edizione) /1996 (edizione italiana)
Genere: Romanzo

Trama

Protagonista del romanzo è Hans Thomas, un ragazzino di dodici anni che, insieme al padre - un marinaio "filosofo" - attraversa l´Europa per cercare sua madre, fuggita otto anni prima ad Atene per ritrovare se stessa. Durante il viaggio però il ragazzo incontra uno strano nano e un gentile panettiere, i quali gli forniscono gli strumenti per venire a conoscenza di una storia surreale iniziata due secoli prima, latrice di diversi segreti in grado di cambiare l´esistenza. Inizia quindi il metaromanzo, che narra le vicende di un uomo approdato in un´isola dalle dimensioni indefinite, abitata da un altro naufrago dalla fervida immaginazione.

Opinioni:

Se guardate il nome dell'autore è ancora quello del La ragazza delle arance.
Io AMO questo norvegese. Non è un santone di quelli che vanno di moda adesso ma mi ha cambiato la vita con le sue parole. I suoi libri mi rimangono impressi nella memoria e nella pelle. Mi portano a vedere il mondo con occhi nuovi. Non ho ancora incontrato un autore che mi abbia coinvolto nei libri da farmi respirare le sue parole per giorni e giorni nei miei gesti quotidiani.
Il modo di gestire il libro è lo stesso dell'altro: viene raccontata una storia in parallelo con la trama che si intreccia e fa comprendere meglio l'opera stessa. La storia interna al libro è il fulcro, la trama e i personaggi che dovrebbero essere principali assumono il ruolo di fruitori della storia stessa e imparano con il lettore. Per carità, il libro non è fatto apposta per riflettere, ma in maniera autonoma spinge a cercare delle risposte anche senza una volontà specifica.
Questo testo è incentrato sulla ricerca di sè, mentre La ragazza delle arance riguarda più che altro l'amore e la morte.
Se questi due libri non vi cambiano la visione del mondo non so cos'altro potrebbe farlo! :)

Citazioni:

  • Il mondo è diventato un'abitudine... Noi tutti impieghiamo anni e anni per abituarci al mondo. Basta osservare i bambini. Il mondo circostante li colpisce a tal punto che quasi non credono ai loro occhi. È per questo che continuano a puntare il dito a destra e a sinistra, e a fare domande su qualsiasi cosa capiti loro di vedere. Per noi adulti è diverso. Abbiamo visto tutto tante volte che finiamo col dare la realtà per scontata.
  • Una volta, in Russia, un astronauta e un neurochirurgo si misero a discutere sulla fede cristiana. Il chirurgo era credente, l'astronauta no. "Sono stato nello spazio tante volte", si vantava quest'ultimo, "ma non ho mai visto un angelo." Il chirurgo, dopo un attimo di riflessione, ribatté: "E io ho operato una gran sfilza di cervelloni, eppure non ho mai visto un solo pensiero."
  • A ogni buon conto, il mio consiglio a chiunque desidere ritrovare se stesso è di rimanere esattamente dov'è. Altrimenti rischia davvero di perdersi una volta per tutte.
  • In fondo, su questo pianeta, vivono cinque miliardi di esseri umani. Poi uno s'innamora di una certa persona e non vuole cambiarla con nessun'altra.
  • Il tempo ci rende adulti. E il tempo fa sì che antichi templi crollino e che isole ancora più antiche sprofondino nel mare. C'era davvero un libro nel più grosso dei quattro panini che il panettiere di Dorf mi aveva messo nel sacchetto? non c'è domanda che rivolga a me stesso con maggiore frequenza. Analogamente a Socrate, potrei dire: «Una cosa sola so: ed è di non sapere nulla». Ma qualcosa, dentro di me, sa che c'è ancora un Jolly in giro per il mondo. Sarà lui a far sì che il mondo non si addormenti. In qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, potrebbe spuntare un minuscolo giullare coperto di campanelli. E allora, guardandoci dritto negli occhi ci ripeterà le domande: «Chi siamo noi? Da dove veniamo?».

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