:: La ragazza delle arance ::
Scheda
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Autore:
| Jostein Gaarder
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Anno pubblicazione:
| 2003
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Genere:
| Romanzo
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Trama
Georg riceve una lettera che il padre gli scrisse prima di morire, quando aveva ancora quattro anni. Undici anni dopo troverà quella lettera e leggendola si ricorderà i momenti passati con il padre, procedendo nella lettura sarà sempre più intensa. Jan Olav, il padre, racconta al figlio della ricerca della misteriosa ragazza delle arance.
Georg mentre leggerà quella lettera troverà la forza per affrontare le sue preuccupazioni adolescenziali nelle parole del padre, che sempre cercò fino alla fine di trovare una risposta al motivo della propria esistenza nelle piccole meraviglie quotidiane e nei sentimenti che nutrì per quella ragazza speciale.
Opinioni:
Un romanzo bellissimo: delicato e gentile, quasi una favola, pieno di una poesia che nasce anche dal dolore. Un romanzo che sfiora il grande segreto dell’esistenza, pone interrogativi sulla vita e sulla morte e non vende certezze, ma soltanto esili speranze. Un romanzo fatto di meraviglia e amore per la vita e di dolore per la sua brevità, regole già prestabilite decretano l’andamento della nostra esistenza e non è in nostro potere cambiarle, possiamo solo scegliere se accettarle o rifiutarle. Se qualcuno vi avesse chiesto se aveste voluto vivere sapendo di morire o non vivere affatto, cosa avreste risposto?
Citazioni:
- “Il suo sorriso aveva fatto comparire un paio di fossette sulle sue guance e, anche se non per questo motivo, pensai che ricordava uno scoiattolo, almeno per la sua dolcezza. Se davvero avevamo passato una vita insieme, forse era stato come due scoiattoli su un albero, pensai, e questo pensiero, cioè di una vita giocosa da scoiattolo assieme alla misteriosa Ragazza delle arance, non era affatto spiacevole”
- “O sarei diventato un poeta, cioè una persona che celebra con le proprie parole questo mondo incantato nel quale viviamo, ma di sicuro te ne ho già parlato. Oppure sarei diventato medico, cioè una persona al servizio della vita”
- “La verità è che mi sento già come un fantasma, e devo respirare a fondo ogni volta che ci penso. Comincio a capire perché i fantasmi spesso gemano e ansimino da fare tanta paura. Non è per spaventare i loro successori. È solo perché soffrono indicibilmente a respirare in un’epoca che non è la loro”.
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