:: PV - Pavia e Certosa ::
Destinazione
La città di Pavia (che avevo visto di sfuggita quando sono andata alla laurea di Ambra) con la ditta del dottor Scotti e la pellicceria Annabella (ma si può mettere in vendita portachiavi di pelliccia a forma di pelliccia e venderli a 30 euro???) e Certosa di Pavia, sede dei monaci cistercensi che preparano tisane di erbe.
Tragitto
Itinerario di Google Maps.
Un po' di storia
Pavia è una città vecchissima che si trova sul Ticino. E' piena di monumenti interessanti (quando sono aperti :D) fatti costruire per la maggior parte dagli Sforza-Visconti.
La nostra visita è partita dal centro con il duomo, dedicato a Santo Stefano, che non siamo riusciti a vedere all'interno e la piazza con una statua a cavallo dove il cavallo ha due bellissime palle colorate di giallo. Vicino al duomo la torre civica crollata nel 1989 sopra alcuni cittadini lasciata a memoria del fatto.
La basilica di San Michele maggiore è la più famosa chiesa di Pavia, capolavoro di stile romanico lombardo, anche qui non siamo riusciti a vederla all'interno, ma la facciata da sola ripaga.
Direzione successiva il ponte coperto sul Ticino, ricostruito nel 1949 sullo stile del ponte del XIV secolo e mi ricorda i ponti svizzeri.
Arca di Sant'Agostino
Abbiamo trovato aperta l'università, una delle più antiche d'Europa e dove non si possono fare festini post-laurea perchè loro sono fighi. La parte più bella è il chiostro interno con fontana centrale e alberi per ombreggiare chi ci studia sotto. Sono propensa a far presente che ne vogliamo uno anche noi a Crema.
Abbiamo visitato il castello visconteo solo dall'esterno perchè all'interno c'era una mostra. E' veramente imponente e ben tenuto, il giardino è un parco per anziani e ragazzi che fanno scie con le biciclette.
L'unica chiesa che abbiamo trovato aperta è stata San Pietro in Ciel d'Oro così chiamata per il soffitto che era interamente ricoperto di lamina d'oro. E' stata costruita in stile romanico, come tutte le chiese della città e presenta decorazioni alle colonne del portone principale che ricordano motivi celtici. Durante il dominio napoleonico è stata depredata e utilizzata come stalla, sucessivamente è stata riconsacrata e posizionata all'interno l'arca di Sant'Agostino con dentro le sue reliquie costruita interamente in marmo di Carrara. Nella cappella inferiore è sepolto Severino Boezio.
Certosa di Pavia
Chartusia Gratiarum
Della Certosa non se ne può dire male: è enorme e bellissima. Veramente da vedere. Entrando ci si trova di fronte un immenso giardino sul cui lato destro si può vedere il palazzo Ducale e di fronte la Gratiarum Chartusia. La chiesa è consacrata alla Vergine delle Grazie ed è a pianta croce latina di 80 metri di lunghezza per 60 di larghezza. Fu voluta da Gian Galezzo Visconti, duca di Milano e finita da Ludovico Maria Sforza detto il Moro. Di entrambi rimangono tombe in marmo bianco di Carrara costruite all'interno della chiesa, una sulla destra e una sulla sinistra (rispettivamente i bracci della pianta a croce) sotto splendidi affreschi colorati di lapislazzuli e lamina dorata, solo che Ludovico in realtà è seppellito in Francia, e la moglie di questi a Milano. La volta della chiesa è disegnata a motivo della volta celeste e alta, nel punto maggiore dove è posizionata al cupola, fino a 25 metri (mi sembra). La cupola è dipinta a simboleggiare il regno dei cieli.
Alla testa della croce il Santa Santorum dove troviamo disposte lungo i due lati sedie di legno intagliate con volti di santi, patriarchi ed evangelisti. Le pareti sono dipinte con scene principali della vita di Gesù e nel punto più alto della pianta a croce, al centro, una riproduzione in marmo bianco della chiesa sormontata da un Gesù risorto costruita da non mi ricordo chi. Il pavimento è un intricato mosaico di pietre che portano la scritta Gra - Cha.
In questo angolo mi ha colpito il dipinto di Maria Maddalena portata in cielo con i capelli lunghissimi che la coprivano a mò di veste. Non sembravano neanche dei capelli...
Siamo passati poi a visitare il refettorio dei monaci, passando per un cortile interno geometricamente perfetto: con le siepi tagliate a formare un non so cosa perchè dal basso non si capiva con un pozzo al centro. Il refettorio è stato ultimato solo 100 anni dopo la cheisa ed era usato dai monaci solo la domenica perchè essendo eremiti restavano a meditare sempre nelle loro celle durante tutta la settimana. Qui un imponente affresco dell'ultima cena dipinto pochi anni dopo il famoso lavoro di Leonardo. Sul soffitto un medaglione raffigurante la Vergine del Latte mentre allatta il piccolo bambin Gesù con ancora le scritte Gra - Cha e il pavimento mosaicato che ha valso l'aggettivo "paziente" ai monaci certosini.
Cupola della Certosa
Ci siamo poi spostati in un altro chiostro: una distesa di verde e rose circondata dalle celle degli eremiti. Quando pensiamo a celle pensiamo a una stanza piccola, qui invece bisogna ricredersi erano vere e proprie casine dotate di cucina indipendente e cortiletto per coltivare spezie e ortaggi.
Se capitasse l'occasione andrei a rivederla: l'armonia delle forme e dei colori, la geometria e l'ordine dei giardini e di tutto l'apparato fanno veramente rimanere a bocca aperta e lasciano un senso di bellezza non volgare nè appariscente nonostante la preziosità delle opere.
Curiosità
- Sul punto più alto del campanile capeggia lo stemma degli Sforza: la croce e il serpente con il bambino tra le fauci, simbolo usato da un pò tutti dall'Alfa Romeo alla Mediaset.
- All'uscita è presente un negozietto di prodotti confezionati dai monaci con le erbe che coltivano negli orti intorno all'abazia.
- Sono i monaci che fanno fare il tour della certosa. Se ci si siede all'interno della chiesa prima o poi spunta fuori uno di loro per farti fare il giro.
- Sono monaci cistercensi, i certosini sono stati trasferiti per cause a me ignote.
- Inoltre sono tutti stranieri!
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