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Scrittura Creativa - Ideazione
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Scrittura Creativa - Ideazione

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Introduzione

Questa è la prima parte di una miniguida di scrittura creativa in due lezioni.
Di seguito parleremo della fase iniziale di ogni processo di produzione narrativa: l' ideazione.

Il problema della pagina bianca

Il primo problema da affrontare quando si vuole scrivere è di cosa scrivere. La risposta è fin troppo semplice: di tutto. Non esiste argomento di cui non si possa parlare, né - ahinoi! - di cui non sia già stato scritto qualcosa. Ma quella che sembra una totale libertà paradossalmente rappresenta un grosso scoglio, perché meno limitazioni ho e meno idee ho (per superare una frontiera abbiamo bisogno di una frontiera). Da qui la sindrome della pagina bianca.

Esistono diverse tecniche per affrontarla, basate per lo più sulla sospensione della razionalizzazione (tirare fuori una storia senza accorgersene). Molte di queste le ereditiamo dal surrealismo, la corrente di pensiero che più di tutte ha indagato sulla creatività spontanea, e che ben sapeva come la mente avesse già di suo una forte base narrativa (vedi i sogni).

Prima di parlare di questi metodi, c'è però da puntualizzare una cosa: l'originalità è una cosa buona, ma non è l'obiettivo da raggiungere a tutti i costi! Il mio lavoro non deve essere originale, ma bello. Se poi riesce ad essere tutte e due le cose, allora siamo di fronte ad un'opera importante.

Lo straniamento

Torniamo ai nostri surrealisti. L'approccio da loro più utilizzato è la tecnica dello straniamento. L'esempio migliore è quello del "divano di Tolstoj": non bisogna descrivere un divano come se fosse un divano (es. "c'è un divano blu nella stanza"), ma come se fosse un oggetto mai visto prima, come se fosse appena piovuto da un altro pianeta. Il principio è quello di evitare di "liquidare" un oggetto con la sua definizione, approfittando della nostra familiarità con lo stesso, ma bisogna osservarne la complessità, le forme geometriche, le sensazioni che mi dà e che mi danno i singoli materiali di cui è composto. Bisogna sabotare la percezione e, attraverso questo passaggio, arrivare a diversi aspetti della realtà. Bisogna descriveere come se fossi un alieno di fronte a una nuova civiltà, o come se mi fossi appena svegliato da un coma durato decenni, o, meglio ancora, come se fossi un bambino.

Esistono diversi tipi di straniamento:

  • straniamento per accostamento, ovvero mettere vicino due cose che non c'entrano nulla. E' la tecnica del surrealismo e della favola, da mettere subito alla prova con il sistema del binomio fantastico. Il binomio fantastico funziona così: 1. si prende un libro, lo si apre a caso e si sceglie una parola 2. se ne apre un altro e se ne trova un'altra 3. da queste due parole bisogna creare una storia. In questo modo si dà alla mente un punto di partenza. Sottoponendole infatti un problema, per sua stessa natura essa tenderà a risolverlo, producendo qualcosa. Il binomio fantastico in pratica consiste nel creare senza dirigere.
  • straniamento per scostamento, che consiste nell'accostare un oggetto o un personaggio ad un ambiente che non c'entra nulla. In altre parole, bisogna creare artificiosamente il classico "pesce fuor d'acqua". Anche questa tecnica può essere una potente fonte d'ispirazione, facendoci ingegnare sul come far ambientare il personaggio in quel luogo, sul perché si trova lì, sulle reazioni che suscita, ecc. Di straniamenti del genere se ne trovano un'infinità, e sono molto utili per svelare i retroscena e gli archetipi della realtà, se non addirittura le sue ipocrisie.

Altre tecniche di ideazione

Naturalmente esistono altri sistemi per aggirare il problema della pagina bianca. Vediamone alcuni:

  • lavorare su un'ispirazione. Si può cominciare a scrivere partendo da uno spunto, una sensazione, un'idea. Non devo necessariamente sapere perché questa mi colpisce, anzi, meno la capisco meglio è, perché questo mi spinge a ragionarci su. Tutto ciò che devo fare è partire dall'idea e scrivere tutto quello che mi fa venire in mente, senza filtrare nulla. Una volta raccolto sufficiente materiale, rileggo con attenzione cosa ho accumulato e valuto cosa vale la pena sviluppare e cosa no.
  • lavorare su qualcosa che ho sentito. Partendo dall'assunto che la realtà supera sempre la fantasia, bisogna armarsi di biro e taccuino ed annotare tutto ciò che ci colpisce, diventando di fatto cacciatori di storie. E' sempre sconsigliato cercarle nei giornali, dal momento che quello è materiale "premasticato", con già una precisa struttura narrativa affibiata dal pesante filtro giornalistico. Bisogna diventare curiosi, tenendo ben presente che non devono necessariamente colpirmi storie, ma anche solo personaggi, comportamenti strano, certe immagini, certi suoni, ...
  • lavorare su un fatto autobiografico. Questo è un punto di partenza valido, ma che presenta alcune difficoltà. Prima di tutto bisogna osservare i fatti "a freddo", senza più alcun coinvolgimento, come se non fossero capitati a me. Poi bisogna cambiare qualcosa nel racconto, così da trasmettere meglio le emozioni e permettendo al lettore di identificarsi con ciò che di me sto raccontando. Si consiglia quindi di prendere la propria storia personale e metaforizzarla, creando così un personaggio ed un ambiente fittizio per raccontarla, anche se molto lontani dall'originale. Ciò che importa è l'emozione e la storia in sé. Un esempio illustre è Taxi Driver.
  • inventare storie in modo meccanico. Tecnica americanissima, molto utilizzata nel cinema commerciale. E' in pratica il sistema del "What if...?": si prende una situazione qualsiasi e ci si chiede "cosa succederebbe (o cosa sarebbe successo) se...?" (esempio: "cosa sarebbe successo se la seconda guerra mondiale l'avessero vinta nazisti e co.?").

C'è infine da dire che i generi letterari ci possono aiutare moltissimo. Essi sono infatti corredati da tutta una serie di stereotipi e convenzioni che rappresentano un ottimo punto di partenza, mantenendoli o trasgredendoli (in quest'ultimo caso, innovando e superando il genere).

Giochi per la creatività

Concludiamo con una serie di giochi inventati dai surrealisti per trovare ispirazioni forti e distruggere la razionalità:

  • ricerca del meraviglioso nel quotidiano, ovvero vedere le cose quotidiane come delle entità che hanno un significato profondo. Ad esempio cercare vecchi oggetti e lavorarci su di fantasia, inventando storie su chi li ha realizzati, chi li ha posseduti, come sono stati usati, ...
  • scrittura spontanea. Consiste nello scrivere tutto ciò che ci viene in mente, mantenendo una struttura narrativa ma senza filtrare nulla. Non bisogna avere paura di scrivere sciocchezze ("La prima stesura di qualsiasi cosa è merda!" E. Hemingway), in quanto un bravo scrittore non è quello che scrive subito bene, ma quello che si accorge quando scrive male e sa correggersi. Un esercizio utile dopo aver fatto un brano in scrittura spontanea è quello di cercare i passaggi più belli e chiedersi (come se non li avessi scritti io): "cosa volevo dire?"
  • metamorfosi. I surrealisti insegnano che la realtà è un continuo che noi frammentiamo per farla nostra, e il senso di questo gioco è dimostrare come ogni oggetto può contenerne qualsiasi altro. In soldoni, bisogna descrivere qualcosa attraverso un'altra cosa. E' un valido gioco da fare insieme (giuro!), soprattutto se siete folli. Funziona così: una persona esce dalla stanza e pensa ad una parola, poi rientra e gli altri gli dicono un'altra parola. Lui a questo punto deve far capire agli altri la parola pensata partendo da quella che gli è stata detta.
  • il cadavere squisito. In un gruppo di persone, ognuno scrive una parola (o una frase) senza dirla agli altri, e poi alla fine vengono messe tutte insieme. Bisogna costruire poi una storia che dia una spiegazione più o meno sensata agli accostamenti (è molto simile al binomio fantastico).
  • la paranoia critica (o conoscenza irrazionale), è un gioco inventato da Dalì. Bisogna dare un'interpretazione paranoica della realtà, fornendo un senso preciso (e paranoico) a qualcosa che senso non ha (ad esempio, il movimento delle foglie, il rumore del legno spezzato).
  • inventare delle etimologie, in cui si creano delle definizioni personali delle parole partendo da mere assonanze. Lo faceva spesso Joyce, che ripeteva le parole fino a svuotarle di significato, per poi ri-riepirle con qualcosa di inventato.

Raccomandazioni finali

Tre cose importanti da tenere sempre a mente nella fase di ideazione sono:

  1. non decidere a priori cosa vogliamo raccontare, o comunque, concediamoci il più ampio spazio di manovra possibile;
  2. scrivere sempre e in ogni caso di cose che ci piacciono;
  3. l'ispirazione deve procedere in maniera istintiva.

Infine c'è da ricordare che qualsiasi sia la vostra idea o punto di partenza, c'è sempre da tenere a mente i quattro capisaldi della narrazione, ovvero:

  • una storia è un conflitto (anche molto sfumato),
  • ha un protagonista che vuole qualcosa,
  • ha un antagonista che vuole impedirglielo,
  • ha un'ambientazione.

Amplieremo questi concetti nella lezione successiva.


Scrittura Creativa II - Strutturazione


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